Friday, December 29, 2006

Intervista su RCF

MARTEDI' 2 gennaio 2007 dalle ore 18.30 alle 19.30 su RADIO CITTA' FUTURA, 97.700 FM, nella trasmissione BUFALO BILL, condotta da Johnatan Giustini, intervista ai KARMABLUE e presentazione del nuovo CD ACQUADANZE

Sunday, November 19, 2006

Intervista a Giacomo Caruso

INTERVISTA

D. Quali sono le difficoltà che incontra chi decide di fare musica, oggi, a Roma?

R. la mancanza di visibilità per la scena cosiddetta alternativa, anzi, la mancanza di una vera scena, il disinteresse del pubblico per i gruppi musicali che propongono musica originale… la mancanza di luoghi e direttori artistici che rischino nel proporre gruppi originali o comunque qualcosa di nuovo…noi a Roma lo viviamo come un vero e proprio malessere…

D. Perchè avete deciso di mettervi a fare musica, allora?

R. perchè.... perchè l’esigenza di esprimersi attraverso una forma artistica, sia la musica o un’altra arte come il teatro, o che so, la pittura, prescinde da visibilità, scena, luoghi d’espressione.... certo, il pittore o lo scrittore lavorano da soli, mentre il lavoro collettivo del gruppo musicale o della compagnia teatrale è un lavoro che investe energie di più persone, ci sono più difficoltà di relazione interpersonale.... ma quando si crea l’alchimia e il gruppo vibra all’unisono... beh, è una gioia senza prezzo...

D. Il vostro nuovo CD esce con la vostra etichetta ATMAN Records. Perchè avete scelto la strada dell’autoproduzione?

R. Proprio per i motivi di cui parlavo prima, per avere il controllo totale della nostra arte... poi, naturalmente, con la crisi della discografia e delle vendite dei CD, con internet e la possibilità di scaricare musica gratuitamente, è un’avventura ulteriore.... però, il nostro è un discorso completamente in controtendenza... pubblichiamo edizioni limitate di 500 copie, cerchiamo di dimostrare che il CD non è un “prodotto”, un pezzo di plastica da consumare, ma un veicolo espressivo come un libro o un quadro...

D. Che ne pensate del prezzo dei CD, degli mp3, della possibilità di scaricare musica, della pirateria, delle case discografiche?

R. i CD sono troppo cari! 20 euro, e a volte di più, per un disco, è pazzesco! E non mi vengano a dire che reinvestono nella produzione di altri artisti perché non è vero! Fare un disco oggi costa pochissimo.... Una produzione indipendente oscilla tra i 5 e i 10 euro di prezzo… il nostro nuovo CD costerà 6 euro, il vecchio lo vendiamo a 10 euro perché è un digipack, in edizione limitata… e già mi sembra che costi troppo! Per quanto riguarda la possibilità di scaricare musica da internet, sono favorevole, perché questo mi permette di farmi un’idea su un gruppo che non conosco, poi se mi interessa vado a cercarmi il CD, sempre cercando di pagarlo il meno possibile, … e… sì, ho comprato o fatto CD masterizzati… anche la pirateria… noi contro gli spagnoli delle multinazionali… in realtà è una catena di sfruttamento degli extracomunitari… Le case discografiche non hanno ancora capito che mantenendo il prezzo della musica così alto, faranno tutte una brutta fine...!

D. Come vi sembra la programmazione dei cosiddetti "music channel", MTV ad esempio?

R. guardo pochissima televisione, e quello che vedo su MTV facendo zapping è, spesso, pura immondizia… talvolta c’è qualcosa di buono su FLUX e su ALL MUSIC....

D. Quali sono i vostri riferimenti musicali? Quali album avete sulla mensola CD?

R. centinaia tra vecchi vinili, cassette, CD… in generale, vecchio prog inglese… King Crimson su tutti… Led Zeppelin.... ma anche Tool, Rage against the Machine, System of a Down… Sigur Ros.... il post rock.... CCCP/C.S.I./P.G.R…. il Banco.... e i cantautori italiani giusti… De Andrè, De Gregori….
Altri di noi ascoltano musica degli anni ’80, jazz, musica elettronica.....

D. La vostra attività musicale si intreccia spesso con altre forme artistiche, come il teatro, la scrittura... Spiegateci il perchè di questa scelta... e quali sono i vostri riferimenti letterari?

R. perchè ormai l’arte è multimediale, ogni proposta rimanda ad un’altra, poi è la ricerca di nuovi stimoli, di nuovi modi espressivi, che ci spinge ad unire i flussi di energia con artisti impegnati in altre forme d’arte... facciamo tutti parte di un’Associazione Culturale, i LUDICI MANIERATI, che ha fatto dell’interdisciplinarietà tra le forme artistiche la propria ragion d’essere... La scommessa è quella di dire o fare qualcosa di nuovo, una volta si chiamava avanguardia, ma adesso non è più di moda....!
Di riferimenti letterari ne ho tanti... dal teatro alla fantascienza.... libri ne ho letti tanti… tutti mi hanno dato la sensazione di essere il più bel libro che ho letto… da adolescente ho letto 6 volte “Il lupo della steppa” di Herman Hesse… poi Kerouac, la Beat Generation, Buzzati, Calvino, i primi libri di De Carlo....

D. Se aveste la possibilità di fare da “supporter band” ad un gruppo, chi scegliereste?

R. qui in Italia Indaco e Giardini di Mirò… i P.G.R., se esistessero ancora... all’estero, mah? Mogwai, Sigur Ros, forse...

D. Una domanda “cattiva”. Quali personaggi fareste sparire dal panorama musicale? E perchè?

R. quali personaggi, uhm… non sono pochi… in generale mi danno fastidio quei personaggi pieni di sé, odiosi per quanto “se la tirano”… i vari Baglioni e compagnia cantando… in generale tutti i personaggi da Sanremo… anche Timoria e Negrita, quando vanno a Sanremo… e anche Ligabue, poveretto, perché non se ne può più…

D. Una battuta finale....

R. vivere è un’arte, e la vita intera può essere il nostro più grande capolavoro o la nostra più grande sconfitta....

Thursday, November 02, 2006

DESIDERI DI ACQUADANZE

sabato 18 novembre 2006
al Teatro Ygramul
via N.M. Nicolai, 14 (San Cleto)
prenotazioni e informazioni: 06 41229951 // info@ygramul.net
Il concerto “DESIDERI DI ACQUADANZE”è la presentazione, in anteprima assoluta, del nuovo lavoro discografico del gruppo art-rock KARMABLUE, intitolato ACQUADANZE. I KARMABLUE sono un gruppo di musicisti professionisti e amatoriali, con formazione aperta, un gruppo a geometria variabile, di due o dieci persone, che si adatta alle circostanze, che si contrae per espandersi, che filtra le proprie crisi interiori per aumentare l’espressività, che non teme di incrociare il flusso creativo con performers, scrittori, teatranti, giocolieri... con la lucente ostinazione di chi persegue l’unico obiettivo di “fare arte” in musica emozionando ed emozionandosi, di trasmettere energia suonando, dando vita a performances di taglio molto teatrale.La musica dei Karmablue spazia con grande libertà attraverso diverse matrici musicali, tra ricerca e improvvisazione, atmosfere elettriche e psichedelia, influenze etniche e blues, con un uso particolare della voce, che a tratti diventa strumento.

Ombretta Rosi, voce solista
Giorgia Simonetti, voce solista
Giacomo Caruso, chitarre
Fabio Del Pinto, basso
Dario Amoroso, piano, tastiere
Fabrizio Ferraro, batteria
Vania Caselfranchi, regia, letture, performance

Thursday, September 14, 2006

La musica come laboratorio

Parlare di ricerca musicale in ambito pop-rock, oggi, in Italia, provoca sicuramente sorrisi di compatimento o incomprensione.

Sorrisi di compatimento, perchè tutto è già stato scritto, detto, cantato, suonato, “è impossibile dire qualcosa di nuovo”, e “il rock è morto”, oppure incomprensione, perchè tutto questo è ostico, chi lo capisce, non interessa, non attira platee vaste, non attrae...

Dalla metà degli anni ’50 ad oggi, il beat, il rock’n’roll, l’hard rock, il progressive, il punk, il post-punk, l’heavy metal, il grunge, il post-rock, l’elettronica, le musiche che verranno, la cosiddetta “pop music”, si sono evolute grazie al lavoro artigianale di milioni di musicisti. Il mercato ha orientato le masse di potenziali acquirenti verso le proposte più facili, raramente con la lungimiranza di piani a più lunga scadenza di una stagione, trasformando la musica da forma d’arte a prodotto da consumare. Tuttavia, il fenomeno della cosiddetta musica indipendente, ed infine internet, hanno provocato salutari scossoni nel mercato, creando nicchie di appassionati che cercano nella rete il nuovo o l’insolito. Anche in Italia la musica indipendente e autoprodotta ha compiuto un suo percorso tortuoso, fatto di luci ed ombre, faticoso, ma caparbio, vivo, reale...

La strada dell’autoproduzione è garanzia di libertà di espressione e necessità, per trasformare i vincoli in opportunità, nel silenzio delle istituzioni e nell’avversione delle case discografiche multinazionali, ricominciando dalle cantine e dalle sale prova, dagli studi di registrazione casalinghi e dalle feste private, dall’associarsi tra realtà diverse.

Se fare ricerca musicale ha ancora un senso, oggi, in Italia, bisogna trovarlo nel Laboratorio d’alchimista, nel gesto creativo che si imbeve della varietà, della contaminazione, dell’alchimia tra persone e suoni diversi, della commistione tra forme d’arte diverse, teatro, pittura, performance, danza, attingendo a quello che è già stato detto e suonato, non come mera riproposizione o tributo, ma elaborandolo attraverso il proprio personale gusto e trasformandolo in qualcosa di “nuovo”.... o di meno vecchio....

E’ per questo che il gruppo di art-rock KARMABLUE è attivo da più di 10 anni, un gruppo di musicisti professionisti e amatoriali, con formazioni sempre rinnovate ad ogni rinnovarsi di stagione, con la lucente ostinazione di chi persegue l’unico obiettivo di “fare arte” in musica emozionando ed emozionandosi... Un gruppo “a geometria variabile”, di due o dieci persone, che si adatta alle circostanze, che si contrae per espandersi, che filtra le proprie crisi interiori per aumentare l’espressività, che non teme di incrociare il flusso creativo con performers, scrittori, teatranti, giocolieri.... Naturalmente non è facile, certo, ma può essere una via contro l’omologazione e l’omogeneizzazione, essere qualcosa di diverso che prima non c’era... un'idea, un viaggio, una ricerca interiore, una strada giusta, un messaggio... senza la preoccupazione di avere platee più ampie o della difficoltà a far circolare una proposta siffatta.

La misura di tutte le cose, ormai, è diventata la televisione, che ha spossessato l’uomo della centralità del gesto creativo e speculativo, della poetica e dell’estetica, imponendo una non-poetica e una non-estetica. Televisione che non forma e non informa, che raramente diverte e più spesso disgusta, un calderone chiassoso e volgare di nani e ballerine, “palestrati” e balordi, giornalisti prezzolati e politici conniventi.

Un primo gesto creativo, allora, è spegnere la televisione.

Giacomo Caruso

Friday, May 26, 2006

Benvenuti!